RITUALE DI CAPODANNO

L’oceano, il mare, le acque dolci (fiumi, laghi, torrenti) sono il simbolo di Yemanjà (leggi Yemangià). Dove c’è l’acqua, c’è Yemanjà. Essa è la dea della nostra coscienza, del nostro Orì – il simbolo del quale è la nostra testa -, del nostro altare interno, con l’aiuto del quale possiamo influire in modo attivo sul nostro destino.

Yemanjà è l’energia che tranquillizza la nostra sofferenza. Si dice che ci purifica dalla nostra sofferenza. Elimina la nostra tristezza, la nostra sofferenza e ci dona la sensazione di soddisfazione e di felicità. Viene considerata la madre di molte Orishà. E’ conosciuta per la sua capacità di salvare le persone quando sono ammalate, agitate, quando sono abbandonate dalla fortuna. Dunque, quando la fortuna ci abbandona, se gli amici ci abbandonano, si fa un’offerta a Yemanjà. A causa dell’influenza della energia collettiva l’ideale sarebbe aggiungersi ai milioni di persone in tutto il mondo, che fanno l’offerta a Yemanjà il 1° gennaio alla mattina oppure nella notte tra il 31 dicembre e il 1° gennaio. In quest’occasione, nella sola spiaggia di Copacabana a Rio de Janeiro l’offerta viene eseguita da 2 milioni persone. Il Nuovo anno infatti rappresenta per tutti un nuovo inizio; tutti desideriamo che le cose cattive, le brutte esperienze, la sofferenza, le malattie … non venissero trasmesse nell’anno che sta per iniziare. Pertanto questo momento prescelto è tanto gradito alle persone.

Che cosa fare? Ci mettiamo abiti bianchi (che simboleggiano la purezza, l’innocenza), si cucina il riso e la polenta bianca, in breve cibo di colore bianco, al quale si aggiunge poco sale, quanto basta. Nel caso non abbiamo la possibilità di cucinare oppure vogliamo offrire di più, compriamo fiori bianchi. La quantità dei fiori non è importante. Dopo andiamo sulla spiaggia del mare o sulla riva di un fiume con tutto quello che abbiamo preparato come offerta. Per ottenere la fortuna, possiamo aggiungere al cibo qualche moneta. Ci mettiamo in ginocchio e tocchiamo il suolo con la fronte tre volte. Con i piedi nudi entriamo in acqua e con voce amorevole, ma decisa, diciamo a Yemanjà quello che vogliamo che ci porti via o sciacqui via dalla nostra vita e le diciamo che cosa vogliamo che ci porti. Parliamo a voce alta! In questo modo stiamo dicendo anche a noi stessi che cosa non vogliamo più nella nostra vita e di che cosa invece abbiamo bisogno. Nel parlare appoggiamo il cibo e i fiori sulla superficie dell’acqua per far portare via dalla corrente.

Esempio: “Yemanjà, io_________ (si pronuncia il proprio nome), sono venuto/a da te oggi (stasera)
con questa offerta. Yemanjà, ti prego, accetta questa offerta e porta via dalla mia vita tutta la sofferenza, tutta la sfortuna….”(Bisogna essere precisi nel pronunciare queste parole, elencate tutte le vostre sofferenza, malattie, difficoltà, conflitti….) “Yemanjà, tu sei la dea del mio destino, tu devi prenderti cura che nell’anno _____ il mio destino sia nel segno della fortuna. Portami fortuna nella salute, nella gioia, nell’amore, nel lavoro….Yemanjà, tu sei il simbolo della maternità, prenditi cura di me, che sono tuo figlio/a, proteggimi da tutte le negatività, così come una madre protegge il proprio figlio. Prenditi cura di me e fa in modo che io sia paziente, tollerante, tranquillo/a, che io abbia delle buone relazioni con i miei cari, che abbia l’armonia in famiglia, pace nella mente, nell’anima.”

L’ideale sarebbe fare il bagno nell’acqua, ma a causa del freddo, questo da noi non è possibile. Però è necessario stare con i piedi nudi nell’acqua in quanto simbolizzano la nostra strada nella vita e Yemanjà pulirà proprio questa strada. Alla fine, immergeremo le mani nell’acqua e verseremo un po’ d’acqua sull’Orì – sulla testa, come simbolo della benedizione della fortuna donata da Yemanjà. Ringraziamo, usciamo dall’acqua e di nuovo tocchiamo il suolo con la fronte tre volte.